Tanta ancora Vita

Sapevo che leggere “Tanta ancora vita” di Viola Ardone sarebbe stato doloroso e poetico al tempo stesso. I personaggi, le loro storie, entrano in punta di piedi e poi restano con te: familiari, intimi, come se li conoscessi da sempre. Si parla di guerra, di depressione, di smarrimento, ma anche di accudimento, di relazioni salvifiche, di rinascita. Temi forti, trattati con autenticità, senza mai cadere nella retorica: ti attraversano e non ti lasciano indifferente. E poi, che sorpresa, anche se solo per poche pagine, ritrovare un personaggio “del passato”… Un libro che parla di guerre, fuori e dentro di noi: e quando l’umanità torna al centro, abbiamo la consapevolezza che per questo mondo c’è ancora speranza.

Kostya, un bambino di dieci anni, viene messo su un treno per scappare dalla guerra in Ucraina e raggiungere sua nonna in Italia che lavora presso la signora Vita come domestica per mandare i soldi a suo figlio Roman rimasto in guerra. Una mattina Vita trova davanti alla sua porta Kostya che dorme esausto sullo zerbino. Vita ha perso suo figlio qualche anno fa, non c’è più e a farle compagnia c’è Orietta, la sua depressione, che non le dà più motivo di vivere. Kostya riuscirà ad allontanare Orietta da Vita? La sua Baba riuscirà a trovare suo figlio Roman disperso in guerra? Ogni madre cerca il proprio figlio che sia morto o disperso. “Tanta ancora vita” è riuscita ancora una volta ad emozionarmi, ad entrare nelle sofferenze di chi sta affrontando una battaglia che sia con se stessa o in guerra. “La depressione è un’amante dispotica e violenta che monopolizza i pensieri e brucia il tempo intorno. Non chiede niente in cambio, non devi lavarti né pettinarti né truccarti, nemmeno devi parlare. Vai bene come sei, anzi: meno sei, meglio è. È esigente ma tollerante, ha l’unica ambizione di tenerti con sé.” “Non è vero che la sofferenza unisce, la sofferenza allontana le persone, le rende irraggiungibili e remote, arroccate in cima al loro dolore, una contea di cui ciascuno è sovrano assoluto. Una donna che non ha più il figlio e una che lo sta cercando si trovano ai poli opposti di un filo sottilissimo che si chiama speranza.” “Non c’è posto del mondo, Cicu’, in cui io e te saremo ancora insieme. Laggiù, vicino al fiume, un’altra madre consola un altro figlio, le loro ombre si toccano nel mattino che supera la notte.”❤️

Viola Ardone è una fuoriclasse : anche questa volta, storia, prosa e contenuti eccellenti. Tanti i temi trattati: genitorialità, accoglienza, amore, solitudine, perdita e, soprattutto, ”nessuno si salva da solo”. Troverete anche riferimenti a personaggi dei vecchi libri(scopritelo leggendo). BELLISSIMO ⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️